venerdì 28 ottobre 2011

La pulizia dell'ambulanza



L'igiene è importante, soprattutto se si parla dell'igiene negli ambienti dove sono trattate le persone con qualche problema di salute.
Ora, io non sono per niente uno di quei fanatici ossessionati dal lavaggio delle mani o dalla disinfezione, ma quando si opera come soccorritori su un'ambulanza bisogna alzare il livello d'allerta vista la particolare condizione in cui ci si trova.

In ambulanza sale un po' di tutto: dall'ubriacone all'incidentato passando per il senzatetto, è tutto un fiorire di liquidi organici, germi e schifezze varie. Tutte queste schifezze poi se ne stanno in uno spazio relativamente ristretto, anche se per poco tempo, e sono sostituite dalle schifezze analoghe del paziente successivo, insomma, in ambulanza è fondamentale tenere pulito perché sennò si farebbe un servizio di trasporto malattie invece che di trasporto pazienti.

Il primo accorgimento che si usa è il telo: una specie di coperta plastificata che viene stesa sulla barella prima di farci sdraiare il paziente così da prendere due piccioni con una fava. Prima di tutto si evita il contatto diretto con materiali più influenzabili dalle condizioni igieniche o di salute del trasportato, e in secondo luogo si facilita incredibilmente l'operazione di pulizia. Infatti, depositato il nostro passeggero al pronto soccorso, si procede alla pulizia del telo con un prodotto appositamente studiato, e si sostituiscono federe e lenzuolini monouso ammesso che siano stati usati.
Nella stragrande maggioranza dei casi questa è l'unica operazione necessaria, il paziente medio non sporca in giro, ma può succedere di dover adottare qualche accorgimento in più in casi particolari, non sempre legati alla gravità delle condizioni del paziente, ma a volte semplicemente conseguenza del comportamento dello stesso.

Faccio un esempio: una notte, verso le 4, veniamo chiamati in codice rosso per un incidente auto-auto in circonvallazione esterna, una delle vie più trafficate anche in piena notte. I presupposti per una situazione tragica ci sono tutti, quindi in ambulanza ci si prepara a gestire un arresto cardiocircolatorio o in generale una o più lesioni gravi. Quando arriviamo poi la situazione non è delle migliori: illuminata dai lampeggianti della Polizia Locale una macchina giace a testa in giù sopra un letto di vetri, ma non c'è traccia dell'autista al volante. Lo individuiamo pochi metri più in la, tranquillamente seduto per terra, che parla al cellulare. La meccanica del sinistro non è chiarissima, ma sono questioni della Locale e noi ci limitiamo a caricare il paziente in ambulanza alla volta del pronto soccorso designato. Qui comincia la parte che ci interessa in questa sede: il nostro automobilista è sporco di sangue, non in maniera incredibile, ma comunque ne ha in quantità su mani e testa, di solito una persona in quelle condizioni se ne sta buona in attesa di essere trattata, lui invece inizia a toccare in giro un po' tutto. Allunga le mani verso i cassetti, verso l'aspiratore, verso parti della barella mai toccate prima da comuni mortali. Insomma, dopo averlo lasciato in ospedale siamo costretti ad una pulizia straordinaria.


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