lunedì 24 ottobre 2011

Saturday night fever



Per i meno anglofoni: la febbre del sabato sera. Sì perché a Milano, il sabato sera, sembra che l'aria prenda  una composizione chimica diversa e si colori di chissà quali misteriose molecole, etanolo soprattutto.
Il sabato nella capitale lombarda è segnato dalle zone della movida meneghina: San Lorenzo, i navigli, Brera, senza contare i vari locali sparsi più o meno a macchia di leopardo per tutto il territorio urbano che sputano in strada gente alla ricerca di una dimensione parallela, alla ricerca di un mondo diverso dalla routine di tutti i giorni.

La porta principe per la diversità si chiama sbronza, e i maggiordomi di questo fantastico mondo alcolico siamo noi, i soccorritori. Siamo maggiordomi nostro malgrado, non è che uno decida di indossare la divisa arancione per andare a raccattare gente ubriaca fradicia. A quanto pare non c'è abbastanza sofferenza nel mondo occidentale che le persone se la cercano, o forse è solo una questione di noia, di soggetti incastrati in un lavoro odiato, ce ne sono tanti e molti di questi cercano una via d'uscita priva di pensieri.
Va bene, cercherò di non fare la paternale, che di ciucche me ne sono prese tante anche io, ma mi chiedo come si possa stare così male da dover chiamare un'ambulanza. Ora, a tutti capita di esagerare, e a molti capita di esagerare proprio tanto, ma non ho personalmente visto mai nessuno perdere quel minimo di dignità che ti trascina fino all'androne più scuro dove smaltire lontano da occhi indiscreti.
A quanto pare invece i ragazzi oggi si ubriacano e poi si spaventano, non reggono lo stupore della sostanza e chiamano i soccorsi tutti preoccupati, ma dov'è il senso?

Il sabato sera, a Milano, capita che passando per un pronto soccorso a caso si stupiscano se non ci si porta dietro il solito ragazzo ubriaco, cioè, se gli porti uno con una colica fai qualcosa di strano.
La cosa che stupisce è che nelle zone stracolme di persone alla ricerca di qualcosa di eccitante poi non ci sia particolare allarme alla vista di qualcuno stramazzato al suolo, qualcuno magari chiama il 118, ma i più continuano la loro serata come se nulla fosse, che tanto è normale umiliarsi in pubblico.
Allora arriviamo noi, tentiamo l'approccio morbido e non otteniamo niente, proviamo con le stimolazioni dolorose e non otteniamo niente, allora cerchiamo di indirizzare il paziente verso una zona meno in vista così da evitare future chiamate al pronto intervento, che tanto il tizio in questione ha solo bisogno di dormire. Dorme senza orgoglio, senza onore, senza giacca. Dorme per terra, e lunedì torna in ufficio a fingere.


Ti può interessare anche:
L'etanolo su Wikipedia
La febbre del sabato sera su Wikipedia
Sito italiano dedicato ai Bee Gees

Nessun commento:

Posta un commento