mercoledì 5 ottobre 2011

I tempi d'intervento



Il tempo che passa tra la chiamata dell'utente al 118 (ma questo discorso vale anche per 115, 112 e 113) è spesso vissuto da chi aspetta i soccorsi come eterno: i secondi si allungano e i minuti sembrano non passare mai, poi, da lontano, si sente la sirena. Ma cosa succede nell'arco temporale che va dalla chiamata all'arrivo di soccorsi? E come mai a volte ci vogliono pochi minuti e a volte magari passa un quarto d'ora?

Il primo fattore in grado di modificare il tempo di risposta della macchina dei soccorsi è chiaramente l'entità dell'intervento richiesto. Abbiamo già parlato qui dei codici di missione e di come il colore assegnato influisca non poco sulle tempistiche: con un rosso (o un giallo) si arriva in poco tempo, il verde (senza sirena) invece si fa attendere.
Dobbiamo poi calcolare la distanza dell'mezzo di soccorso inviato: se partiamo da una colonnina vicino alla zona d'intervento è chiaro che ci vorrà meno rispetto ad un invio dall'altra parte della città. Ovviamente la centrale del 118 sa dove si trovano le sue ambulanze e invia quella più vicina, ma può capitare che i mezzi in zona siano già impegnati costringendo così un equipaggio lontano ad attraversare quartieri su quartieri.
L'orario della chiamata influisce sulla velocità di risposta in maniera indiretta, quello che influisce direttamente è il traffico. Infatti, se la chiamata arriva alle 3 del mattino, le strade sono quasi deserte e sfrecciano una via l'altra, se la chiamata arriva invece alle 18, quando tutti escono dagli uffici, ecco che anche fare un paio di incroci può diventare un'impresa non da poco, che si sia in sirena o meno.
Diciamo però che l'assenza di traffico notturno è bilanciata dal fatto che i soccorritori invece di stare in ambulanza in attesa stanno dormendo in un letto, e quindi ci vuole quel paio di minuti per infilarsi gli scarponi e scendere in ambulanza (non si pensi che la si prenda comoda però, se arriva un codice rosso in meno di un minuto l'ambulanza è già in moto).

"Sai qual'è il bello del caos? E' equo." Così diceva Joker ne Il Cavaliere Oscuro, e in effetti non possiamo che convenire con lui, funziona persino con l'anagramma. Il caso è equo, e anche il caso (non certo il caos) può essere uno dei fattori che vanno a influire sui tempi di risposta della macchina dei soccorsi. Se la chiamata arriva da una via conosciuta all'autista non si perde tempo a controllare, se ci sono dei lavori stradali inaspettati il tragitto si allunga, se si buca una gomma, o peggio, se l'ambulanza fa un incidente ecco che il 118 deve far intervenire un altro mezzo, insomma, il caso ci mette il suo zampino e può (non necessariamente) avere la sua parte.

Ecco dunque che se arriva un codice rosso, alle cinque del mattino, per un incidente stradale, nel giro di cinque minuti sul posto ci sono due ambulanze, due autopompe dei Pompieri, due auto della Polizia Locale, l'Automedica e una jeep dell'esercito che passava di lì e si è fermata a vedere se serve aiuto.
Se invece la chiamata arriva alle 21:30, in verde, per un tizio che ha alzato il gomito al ristorante e gli amici non sanno bene come continuare la serata, allora la cosa può andare più per le lunghe.


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