lunedì 10 ottobre 2011

La crisi epilettica


Chi è quel coso giallo nell'immagine di apertura? Molti di voi l'avranno riconosciuto, agli altri presento Pikachu, il più famoso dei Pokemon. Cosa c'entra Pikachu con l'epilessia? Forse ricorderete che, qualche anno fa, un episodio del famoso cartone animato venne bloccato a seguito di una crisi epilettica che colpì quasi settecento bambini in Giappone proprio mentre guardavano lo pseudotopo giallo emanare luci intermittenti. Si trattava di epilessia fotosensibile, e mi pareva un buon modo di iniziare pacioccosamente un post dedicato ad un tema invece molto delicato.

Il soccorritore, durante il servizio in ambulanza, incontra relativamente spesso l'epilessia. Abbiamo già detto qui di come ci sia una curiosa incidenza di epilettici tra i senzatetto, ma ovviamente non parliamo soltanto di loro dato che l'epilessia, nonostante colpisca meno dell'uno percento della popolazione italiana, è una malattia che, quando si manifesta, nella stragrande maggioranza dei casi porta con se una chiamata al 118.

La chiamata è quasi certa perché la crisi epilettica (o almeno quella che noi tutti intendiamo come tale) è un evento particolarmente appariscente che consiste in perdita di coscienza e spasmi muscolari, sfido io a non chiamare un'ambulanza.
Dicevamo dunque che il soccorritore incontra relativamente spesso l'epilessia, vero, ma incontra relativamente di rado la crisi. Infatti quest'ultima non dura più di qualche minuto al massimo ed è difficile che i soccorsi riescano ad arrivare prima della fine dell'episodio interessante. Se il paziente non si è fatto male dunque, il lavoro del soccorritore consiste esclusivamente di monitorarne rapidamente i parametri e di trasportarlo in ospedale in caso desideri accertamenti, certo, nel caso invece il paziente abbia colpito qualcosa, o peggio, si sia morso la lingua allora le cose si fanno più dure.

Dato il tardo arrivo dei soccorsi rispetto alla crisi sarebbe bene che gli astanti fossero in grado di dare una risposta consona al presentarsi degli spasmi, ma ci sono dei luoghi comuni che rischiano di fare più danni di quanti ne prevengano. Vediamo dunque come comportarsi in caso si assista ad una crisi epilettica.
La prima cosa da fare è, ovviamente, chiamare (o far chiamare) il 118. Prima arriva l'ambulanza e prima i soccorritori possono intervenire sul paziente.
Effettuata la chiamata si devono allontanare dal paziente tutti gli oggetti contro i quali può involontariamente sbattere: se siamo all'aperto, per esempio ad un bar, bisognerà allontanare tavolini, sedie e camerieri. Nel caso la crisi non sia così grave da gettare a terra il paziente si può cercare di sorreggerlo senza però costringerne i movimenti, cercare di contenere le convulsioni infatti è uno degli errori più comuni che può danneggiare tutte le persone coinvolte.
Cosa fondamentale da fare è inserire nella bocca del paziente qualcosa che possa mordere, una cintura è l'esempio classico, così da impedirgli di ferirsi la lingua. L'emorragia a questo muscolo infatti è una delle più difficili da gestire, un po' perché sono presenti molti vasi sanguigni, e un po' perché il sangue che fuoriesce copioso rischia di soffocare il paziente. Attenzione però a non afferrare la lingua con le dita per proteggerla, si rischia di dire addio per sempre a qualche falange mentre si rimane stupiti da quanta forza possa esprimere un essere umano con un morso.
A crisi terminata bisogna lasciare che il paziente riposi e fare attenzione a eventuali fenomeni di vomito che potrebbero intervenire rischiando di occludere le vie aeree.

L'eziologia dell'epilessia non è ancora precisamente nota alla scienza medica nonostante ci siano delle cure, risulta dunque fondamentale una corretta trattazione delle crisi, con pochi semplici accorgimenti infatti si possono prevenire le più gravi conseguenze.


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