mercoledì 12 ottobre 2011

L'età dell'ambulanza


"E gli anni passano,
i bimbi crescono,
le mamme imbiancano..."
(Tutte le mamme, 1° premio Sanremo '54)

Molto italiano come pezzo, solo a noi poteva venire in mente di fare una quasi ninna nanna dedicata alla mamma, per fortuna che Battiato ci ha ironizzato su nella sua Bandiera Bianca ("...com'è difficile restare padre, quando i figli crescono e le mamme imbiancano...") alleggerendo un po' quella retorica tipica di una certa canzone italiana (ma il dubbio che fosse sincera ingenuità rimane ancora). 
Vedo occhi smarriti, e ci credo! Di colpo sembra che qui sia cambiato l'argomento e si stia incominciando a parlare di musica, ma tranquillizzo subito i lettori dicendo che la citazione d'apertura mi serviva per introdurre il tema di oggi: l'età più comune dei pazienti che richiedono un'ambulanza al 118.

La citazione mi faceva comodo perché, se volessimo identificare il paziente in percentuale più comune, si tratterebbe proprio di quelle mamme imbiancate (o nonne, o senza volere affibbiare una connotazione parentale semplicemente anziane) di cui cantavano negli anni cinquanta tra i fiori della città ligure.
Mi sono chiesto se fosse veramente il caso di mettere a nudo la situazione di debolezza in cui si finisce con l'arrivo della senilità, ma alla fine su queste pagine preferisco dire le cose chiaramente e, dopo aver parlato di travestiti, barboni, fessi e gente instabile, è arrivato il momento delle vecchine.

Prima di tutto dobbiamo dire che da un certo punto di vista è pure cosa buona che gli interventi più comuni siano richiesti da anziani, vuol dire che i giovani stanno bene e che tutto sta andando secondo natura, ma dall'altro ci si rende conto di come spesso le persone di una certa età vengano lasciate un po' a loro stesse e di come in realtà sia necessario un continuo occhio di riguardo. In secondo luogo è il caso di chiarire una cosa: perché mi concentro sulle mamme imbiancate e non sui papà ingrigiti? Ma perché per una questione genetica le donne vivono più a lungo dei maschietti e così è ovvio che le vedove siano di più delle sposate o dei vedovi.
L'evento più comune per i pazienti più comuni è la caduta: che si tratti di caduta in casa o per strada è un evento che, contrariamente a quanto l'esperienza insegna ai giovanotti, può portare con se un bel grappolino di tristezze. Prima di tutto si prendono le facciate e ci si taglia tutti, la pelle degli anziani è più delicata e ci vuole meno, poi si rischia di rompere qualche osso, oppure di lussare qualche articolazione tanto da impedire la riconquista della posizione eretta. Quindi, se in mezzo alla strada c'è sempre qualcuno che aiuta, questo può essere invece un problema se il paziente è solo in casa, succede più di quanto si possa pensare che l'anziano caduto passi anche un giorno intero per terra prima che qualcuno si accorga dell'accaduto, il che porta con se anche l'impossibilità di andare in bagno con le ovvie conseguenze.

Purtroppo la disattenzione per i nostri anziani è materia comune a tutte le classi sociali, i soldi possono pagare una badante, ma non possono tenere compagnia al paziente. Si assiste dunque a un'inversione delle fortune, con le persone meno abbienti che sono più portate a solidarizzare tra loro, forse per un'abitudine maturata nel corso della vita, mentre le anziane benestanti sono aggrappate alle sporadiche visite dei nipotini.
Attenzione, è chiaro che se arriva l'ambulanza è perché c'è un problema, quindi i racconti che faccio io non sono specchio di tutta la società, ma solo di quella parte della società che chiama il 118.


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