venerdì 16 settembre 2011

La colazione dei campioni.



Sappiamo tutti il valore di una buona prima colazione, è fondamentale cominciare la giornata con il piede giusto mangiando con calma e prendendosi un po' di tempo per se stessi. Come lo sappiamo, sappiamo anche che questo non succede quasi mai: tra sveglie stressanti, tazzine di caffè bollente bevute in 3/4 secondi e brioches mangiate in macchina sulla via del lavoro, riuscire a fare una buona colazione rilassata è diventato un lusso.
Bisogna poi vedere in cosa consiste la colazione, qui nel Bel Paese infatti si parla di caffè, cappuccino, brioches ed in generale di piccole quantità di cibi molto dolci. Basta salire al nord Europa però per incontrare una colazione come da immagine d'apertura, a base di salsicce, fagioli, uova, funghi ed ogni altra pietanza che ai più mediterranei provocherebbe un'istantanea nausea mattutina.
Può capitare, però, di svegliarsi di ottimo umore, convinti di poter affrontare tutto, ed è un po' la storia di una missione che è capitata al mio equipaggio qualche tempo fa.

Veniamo chiamati in codice giallo per dei forti dolori addominali in un negozio, ma non un negozio qualsiasi, uno di quei negozietti chic delle vie del centro, ma non una via qualsiasi, una di quelle viuzze dello shopping strette e traboccanti di persone. Lascio immaginare la difficoltà di operare in un contesto del genere: l'autista diventa subito oggetto delle occhiatacce dei guidatori delle poche auto di lusso ferme in coda dietro all'ambulanza, ma del resto non è mica facile liberare la carreggiata in una situazione simile. Non ci sono molti passi carrabili, e quelli che ci sono sono comunque stretti e ulteriormente compressi dal parcheggio selvaggio tipico delle vie del centro, già solo per gestire la logistica ci vuole non poco sangue freddo, ma alla fine sono questioni da autista, e noi entriamo nel negozio per scoprire il perché della chiamata al 118.

Subito ci indirizzano verso il magazzino, dove troviamo a terra una delle commesse: è in posizione fetale, rannicchiata su se stessa, trema, suda freddo ed ha sofferto di rilascio sfinterico (pipì addosso tanto per capirci). Alla nostra vista inizia a dire che non vuole morire, che ormai è finita, che il dolore è insopportabile e soprattutto che non riesce nemmeno ad alzarsi, ormai sembra rassegnata a lasciarci le penne e a farlo proprio lì, nello scantinato del negozio dove lavora. Le diciamo che non è così grave, ma che comunque sarebbe saggio andare in ospedale a fare un controllino. Lei vomita, e poi cerca di strisciare letteralmente su per le scale dicendo che non ha bisogno d'aiuto, che non le serve la sedia a rotelle e che comunque, ribadisce, l'armageddon è alle porte e probabilmente nessuno arriverà al primo pomeriggio.
Per farla breve riusciamo a metterla a forza sulla sedia e, mentre ci dirigiamo verso l'ambulanza, cerchiamo anche di capire cosa sia successo.
"Soffre di qualche malattia? Ha mangiato qualcosa? Ha allergie particolari?"
"Vedo i cavalieri dell'apocalisse, ho solo fatto colazione, pentitevi finché siete in tempo..."
"E cosa ha mangiato signora?"
"Lenticchie e Coca Cola..."
Ebbè, ma allora è chiaro. Io capisco anche il volersi sentire europei a tutti i costi, ma se uno non ha un certo addestramento allora è bene che si mantenga sugli standard cui è abituato. Se invece di brioches e cappuccio ti prendi lenticchie e coca, il minimo che ti puoi aspettare è di avere qualche mal di pancia nel corso della mattinata, tanto più che ad insistere con le magliettine leggere si sa che la pancia prende freddo...!


Ti può interessare anche:


Nessun commento:

Posta un commento