lunedì 5 settembre 2011

Lo zen e l'arte dell'automedicazione.


Se penso ai progressi che ha fatto la medicina nel corso della storia dell'uomo non posso che essere ben contento di non abitare in un villaggio medioevale dove l'unico rimedio per tutto consiste in qualche etto di sanguisughe appiccicato qua e la sul corpo. Ora, per la maggior parte delle cose non gravi, siamo in grado persino di cavarcela da soli grazie ai farmaci da banco che fanno passare febbri, mal di testa, nausea e tanto altro.
Diciamo però che nell'automedicarsi sarebbe saggio leggere per bene il foglietto illustrativo tutto accartocciato di fianco al blister con le compresse, così da evitare spiacevoli inconvenienti e soprattutto fare a meno di svegliare nel cuore della notte un allegro gruppetto di persone in arancione, che può diventare meno allegro nel giro di pochi istanti.
Sia chiaro, se si tratta di uscire per dare una mano a qualcuno che ha bisogno va benissimo, in fondo quando firmi un po' te lo immagini a cosa vai incontro, però c'è missione e missione, e ce ne sono alcune che proprio ti fanno dubitare delle teorie darwiniane sull'evoluzione della specie.

Sì perché se sono le 3 del mattino e ti tirano giù dal letto per un codice giallo con dolori addominali ti fai tutta una predisposizione mentale di un certo tipo, sali in ambulanza e si va in sirena (e se sono le 3 del mattino è meglio che la sirena serva, almeno per giustificare tutti gli improperi che ovviamente ci vengono diretti da chi se ne sta tra le coperte). La cosa inizia a puzzare quando il richiedente si fa trovare giù in strada, davanti al portone, piegato in due dal dolore: una rapida indagine e salta fuori che il novello Nobel per la medicina ha pensato bene di prendersi quattro volte la dose consigliata di antidolorifico contro il mal di denti e ora ha aggiunto il mal di pancia alla lista delle attività notturne.

Insomma, tu esci convinto di andare a salvare vite (non proprio eh, ma qualcosa di simile) e invece ti ritrovi a mettere una pezza al fesso di turno. Il servizio è anche questo del resto, così si porta il paziente in ospedale anche solo per vedere la faccia sconsolata dell'infermiere al triage quando gli raccontiamo il perché della nostra visita.


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2 commenti:

  1. E invece no. Gioisci! Hai assistito il malcapitato di turno prima che gli si perforasse lo stomaco in strada. Ti pare poco?!
    :-)

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  2. Massì, chiaro che siamo stati utili! :)
    E' che già di gente che sta male ce n'è, ci mancano pure quelli che se le procurano da soli... E poi dovrò pur rendere divertenti i post! :D

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