lunedì 12 settembre 2011

L'importanza di chiamarsi...


Quando si riceve una chiamata per aggressione ad una donna è possibile capirne la natura (a grandi linee, sia chiaro) dall'ora e dalla zona della chiamata. Se è notte fonda, tipo le 3, e si viene mandati in una strada abitualmente battuta da prostitute è abbastanza probabile che ci sia stato qualche screzio tra la passeggiatrice ed un cliente.

E' con questo spirito che ci si avvia a vedere che succede in codice giallo: una volta sul posto però non si trova nessuno, nessuna donna, nessun uomo, e soprattutto nessun'aggredita. Stiamo per rientrare quando ci accorgiamo di due figure che discutono animatamente in una piccola parallela, facciamo per avvicinarci, ma ci vedono e la donna si butta a terra gridando. Ad ogni passo che facciamo verso di lei le cose si fanno sempre più chiare, la sua figura è alta, massiccia, un 48 di piede e due mani possenti. Non è una lei, non è un trans, è proprio un lui.
Un lui vestito completamente da donna che si agita come un pazzo urlando, non sembra ferito, ma c'è del sangue a terra e non ne capiamo la provenienza. Uno strattone più forte degli altri e cade la parrucca rivelando un taglio sulla testa rasata.

Riusciamo a capire che si chiama Andrea, ma facciamo fatica a gestirlo ed in soccorso arriva una pattuglia della Polizia, gli agenti ci danno una mano a caricarlo in ambulanza e si parte alla volta dell'ospedale in codice verde, non è grave, anche se urla e scalcia come se fosse la fine del mondo. Arrivamo al triage e partono le procedure di rito: ripete di chiamarsi Andrea, il cognome è una cosa tipo Dos Santos Do Nascimiento, insomma, il tipico travestito brasiliano. Cerchiamo di provargli pressione e saturazione ma non ce n'è, si dimena, urla, fatichiamo a tenerlo. Capita con una certa frequenza che alcuni tipi di pazienti siano più agitati del dovuto, ma in questo caso stiamo parlando di un omone ben piazzato completamente vestito e truccato da donna e ovviamente l'immagine ha il suo effetto su tutte le persone presenti.
Andrea stai fermo! Dobbiamo provarti la pressione!
E lui di colpo serio, lucido, chiarissimo: "Ma io non sono Andrea... Io sono Chanel!"

Tutto il pronto soccorso esplode chiaramente in quella risata che veniva trattenuta da minuti aggrappandosi alla professionalità, ma quando è troppo è troppo.


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