venerdì 30 settembre 2011

A pensar male si fa peccato...


A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. O almeno questo è quello che dice Giulio Andreotti (o almeno questo è quello che gli viene attribuito), ed è una regola più o meno applicabile a ogni campo dell'esperienza umana.
Anche noi soccorritori del 118 abbiamo a che fare con questa regoletta, si pensa male e ci si azzecca con una certa puntualità.

E' con questo spirito, con quello di chi ha pensato male dunque, che partiamo per una missione in codice verde in una zona centrale di Milano per un paziente "etilico" che ci riferiscono sdraiato in mezzo alla strada. La catena di "pensar male" parte però dal 118 che, ricevuta la chiamata di un passante, rubrica il soggetto sdraiato a terra in una zona generalmente battuta da beoni come il solito ubriaco, che sia un senzatetto o una vittima della movida del venerdì sera starà poi all'equipaggio dell'ambulanza scoprirlo.
Partiamo e lascio immaginare i commenti a bordo, non siamo mai molto contenti di questo genere di servizi dato che i pazienti di solito, oltre ad avere un odore particolarmente incisivo, sono anche poco trattabili ed è facile che inveiscano contro di noi o che, alla peggio, ci vomitino addosso.

Arriviamo sul posto, in un fiorire di sguardi tra il compassionevole e quello di che ormai di ciucchi ne ha visti tanti, e ci avviciniamo al paziente che giace spalmato sul marciapiede con una pozza di vomito a pochi centimetri da lui. Ecco un buon modo per cominciare la serata in servizio, un bell'ubriaco alle otto di sera e ci si chiede cosa succederà alle undici. Mentre siamo impegnati a guardare con disapprovazione lo spalmato, il capo equipaggio lo apostrofa con il solito informale: "Allora, come ti senti? Bevuto tanto?"(sì, perché se bevi e ti sdrai per strada perdi il diritto al "lei").
Il paziente fatica a rispondere e le cose sono due: o ha bevuto veramente tanto, oppure non ha bevuto affatto e si tratta di altro. La seconda tesi è avvalorata anche dalle dichiarazioni del nostro assistito che prima di tutto nega l'assunzione di alcol, e soprattutto ci aggiorna sulla sua storia clinica dalla quale viene fuori che non è nuovo a questo tipo di eventi che sono stati ricondotti dai medici da cui è seguito a vari problemi cardiaci.

Insomma, il paziente passatoci come etilico tanto etilico non è, anzi, è un ragazzo normalissimo (e pure simpatico) che suo malgrado è solito sentirsi cosi male da doversi per forza sdraiare per terra, poi se mangia pure un vasetto di pomodori secchi lo vomita, ma è stato un caso una tantum in onore della nostra ambulanza. 
Dopo averlo accompagnato in ospedale per i controlli di rito è chiaro a tutti che abbiamo sfiorato la figuraccia, ora, è vero che se ti passano il paziente come etilico e quando arrivi trovi uno per terra di fianco al vomito è molto probabile che sia la solita storia, ma è sempre bene dare il beneficio del dubbio anche al caso che sembrerebbe più ovvio. A pensar male si fa peccato e spesso ci si azzecca. 
Spesso, non sempre.


Ti può interessare anche:


Nessun commento:

Posta un commento