venerdì 7 ottobre 2011

Tecnologia in ambulanza



La scomparsa di Steve Jobs parrebbe un evento lontano da queste pagine, un evento che non riguarda chi opera come soccorritore in ambulanza. Ora, da un certo punto di vista è senza dubbio così, ma dall'altro è occasione di riflettere su come la tecnologia cambi le nostre vite e su quanta ce ne sia a bordo dei mezzi di soccorso.

La pubblica assistenza è cambiata radicalmente negli ultimi anni, e lo fa a ritmi sempre maggiori in una spirale di evoluzioni che ha come punto d'arrivo (inarrivabile) la perfezione. Il fatto che non si possa arrivare in cima però non vuol dire che si debba smettere di salire, ed ecco dunque che, con cadenza più o meno regolare, le apparecchiature in dotazione agli MSB (Mezzi di Soccorso di Base) vengono aggiornate.

Partiamo dal vano guida dove, oltre all'ovvio navigatore satellitare (da non usare in emergenza, è bene che l'autista sappia dove sta andando a prescindere da aiutini esterni), troviamo la radio che ci collega alla nostra sede, la radio del 118, e il computer di bordo, vero signore del cruscotto.
Se la funzione delle radio è abbastanza ovvia, potrebbe meritare qualche spiegazione il computer di bordo: si tratta di uno schermo sensibile al tocco tramite il quale si comunica con la centrale operativa del 118. Sul computer arrivano le chiamate dettagliate (oltre al luogo, anche l'evento, il nome del paziente, l'età, le coordinate satellitari per ogni evenienza e varie informazioni extra) e dal computer si mandano gli aggiornamenti in centrale (dove si trova l'ambulanza, vari dettagli sull'effettiva natura della missione e altro ancora). Insomma, è chiaro che grazie ad uno strumento del genere l'operato delle ambulanze è reso più semplice e tempestivo grazie alla tecnologia, basta pensare a tutti i passaggi "centralinistici" saltati.
Da ultimo, collocato nei sedili anteriori solo perché si trova attaccato alla giacca del capo equipaggio, troviamo il rilevatore di monossido di carbonio, novità degli ultimi mesi.

Passiamo al vano posteriore, dove si tratta effettivamente il paziente, dove si trovano tutti i presidi medici e dove la tecnologia è tanta. Si va dalla centralina che controlla areazione, ossigeno, luci, stato delle batterie e sicuramente altro che al momento non ricordo, ai presidi che effettivamente ci portiamo a spasso fuori dall'ambulanza e che meritano una trattazione pezzo per pezzo.
L'aspiratore è un aggeggio che... beh, aspira. E' pensato per risucchiare liquidi (biologici e non) dalle vie aeree del paziente permettendo così l'ossigenazione.
L'elettrocardiografo portatile (o ECG per noi intimi), ci permette di controllare approfonditamente la situazione cardiaca del paziente e di comunicarla elettronicamente alla centrale operativa direttamente con lo stesso apparecchio.
Il DAE, il defibrillatore automatico esterno, somministra una scarica elettrica mirata a regolarizzare il ritmo cardiaco. Non riporta in vita la gente, e infatti non scarica se il battito è completamente assente. Alla sua accensione si avvia un una registrazione che raccoglie tutto quello che succede attorno all'apparecchio trasmettendolo, ad operazioni concluse, alla centrale per garantire il corretto svolgimento delle procedure. Da segnalare che il DAE va utilizzato all'interno di un protocollo più ampio che comprende il massaggio cardiaco, di cui abbiamo parlato qui.
Last but not least abbiamo il saturimetro che permette di misurare la percentuale di emoglobina legata ad un gas (si spera ossigeno). Applicato a un dito del paziente emette un raggio laser che controlla che i globuli rossi stiano girando carichi, non è in grado di dirci che cosa trasportino, ma in situazioni standard si tratta di ossigeno (per esempio, in caso di monossido di carbonio, il saturimetro trasmetterebbe magari dati a prima vista confortanti a fronte di una situazione invece tragica).
Ci sarebbero anche termometro e sfigmomanometro elettrici, ma sono strumenti che si trovano in molte case e che non meritano una trattazione dedicata.

Probabilmente ho lasciato indietro qualcosa, ma anche dalle apparecchiature elencate ci si rende conto di quanto sia fondamentale la tecnologia nel primo soccorso. Solo dieci anni fa le cose non erano così semplici e magari fra dieci anni lo saranno ancora di più.


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